Pillola Anticoncezionale: Cos’è, Come Funziona e Controindicazioni

Cosa Succede ai Tuoi Ormoni In Menopausa

Gli ormoni sono dalla vostra parte: pelle e capelli sono radiosi. Ciò significa che sono coinvolti in svariati processi che si verificano all’interno del corpo. Le variazioni ormonali influiscono sulla durata del ciclo mestruale e sui sintomi presenti nel corpo. C’è qualcosa che però il nostro corpo produce maggiormente, almeno nella prima fase della menopausa e si tratta di cortisolo e adrenalina i cosiddetti “ormoni dello stress” che possono agire in modo sfavorevole sul sistema nervoso e determinare momenti di crisi e disagio. Ma ormoni e sistema nervoso centrale sono in stretta connessione tra loro, è inscindibile la loro unione tanto che è bene parlare di sistema neuroendocrino ed è lui il vero responsabile di tutti quei cambiamenti fisici ed umorali che avvengono nelle donne durante diverse fasi della loro vita. Dagli sbalzi d’umore all’ipertensione, molti dei fastidi tipici in menopausa dipendono da cambiamenti ormonali. La menopausa comporta una serie di cambiamenti non solo di natura fisica ma anche a livello affettivo e psichico. La produzione ormonale, insieme a quella ovarica, subisce dei cambiamenti che portano a modificazioni “esterne”, visibili e meno visibili. In questa fase il livello di tutti gli ormoni prodotti dal sistema endocrino (non solo estrogeni e progesterone) diminuisce in modo determinante e sensibile: la tiroide, le ghiandole surrenali, l’ipofisi, lavorano meno.

Il sistema endocrino regola la funzione di tutte le cellule, di tutti i tessuti e di tutti gli organi dell’organismo. La grelina è prodotta dalle cellule del fondo dello stomaco e dal pancreas, e la sua funzione è quella di stimolare l’appetito agendo sull’ipotalamo. Quando gli ormoni secreti dalle cellule endocrine raggiungono le cellule bersaglio lontane si fa riferimento all’azione endocrina. Gli ormoni si diffondono nel sangue in 5-10 secondi, agiscono poi nell’arco di 30 minuti fino a 3 ore. Nel corso del tempo vi è stata fatta la misurazione dei livelli ormonali che vanno a regolare la fame ed anche quelli inerenti all’appetito redatti dai soggetti che hanno preso parte alla ricerca. La captazione da parte del fegato di una maggior quantità di acidi grassi e glicerolo liberati dal mestinon effetti collaterali t.adiposo produce steatosi epatica e aumento delle lipoproteine a bassissima densità nel sangue (VLDL). La frazione libera (circa 2%) è quella che risulta “attiva” cioè in grado di essere convertita nei suoi metaboliti o di esplicare le funzioni di ormone tramite legame con proteine di membrana o recettori citosolici che verranno internalizzati nel nucleo cellulare.

È prodotta dalla midollare del surrene ed è il principale ormone che fa rilasciare grasso dagli adipociti e glucosio dal muscolo. Nonostante tutti gli effetti positivi degli estrogeni, un eccesso di questi ormoni può essere dannoso sia dal punto di vista della salute che dell’estetica. Tali farmaci agiscono facendo fronte alla carenza di ormoni tiroidei tipica di questa condizione e possono essere utili anche in caso di mixedema associato a ipotiroidismo, di tumore alla tiroide (nel cui caso agiscono impedendo il rilascio di ormoni da parte dei noduli tumorali) e di tireotossicosi, condizione causata da un eccesso di produzione di ormoni da parte della tiroide, che può portare alla comparsa del gozzo. La presenza e la quantità di tali ormoni sono regolate da meccanismi fisiologici, messi in atto naturalmente dall’organismo. Gli ormoni sono molecole, prodotte dai tessuti ghiandolari, che consentono la comunicazione cellulare a distanza e raggiungono le cellule bersaglio attraverso la circolazione sanguigna.

Non solo, si pensa spesso che gli squilibri ormonali dipendano da livelli alterati di estrogeni ma in realtà un fattore determinante per la salute femminile è legato al ritmo di produzione di questi ormoni e non solo dalla loro quantità. Non hanno fatto nulla per interferire direttamente con i normali livelli di estrogeni, come rimuovere le ovaie. In conclusione, l’infiammazione cerebrale delle femmine assomigliava molto di più a quella dei maschi, compresi livelli aumentati di classici promotori dell’infiammazione come le proteine di segnalazione IL-1 e TNF alfa nel cervello, riferiscono i ricercatori. Una volta nel nucleo, il recettore si lega a particolari sequenze del DNA (note come elementi responsivi), modificando l’espressione genica della cellula. Alcuni di questi ormoni però hanno il loro recettore posto sulla membrana esterna: qui il legame attiva la proteina G formata da tre subunità (alfa, beta e gamma). Di solito la risposta clinica è immediata con grande soddisfazione da ambo le parti, sebbene sia opportuno attendere almeno tre mesi dall’inizio della terapia. Infine, la ricerca sembra dunque sostenere la validità del consumo di mandorle come metodo per ricevere una risposta ormonale soddisfacente.

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